giovedì 22 marzo 2012

Mercurio: pianeta senza più segreti

Pubblicati immagini e dati raccolti dalla sonda MESSENGER della NASA: il pianeta più interno del sistema solare ha un nucleo molto più esteso rispetto alle previsioni e anche la sua composizione ha riservato delle sorprese. In particolare, la superficie appare virtualmente priva di ferro, una circostanza che ha importanti implicazioni per il modello della sua costituzione interna.
Centomila immagini, e il pianeta più interno del sistema solare non ha più segreti, o quasi. La sonda MESSENGER (MErcury Surface, Space Environment, GEochemistry, and Ranging) della NASA ha completato la sua missione primaria di un anno in orbita intorno a Mercurio registrando fotografie e altri dati riguardanti il nucleo del pianeta, la sua topografia e il misterioso materiale che appare luminoso al radar, come riferito in un articolo apparso online su "Science Express". 
Antiche pianure vulcaniche alle alte latitudini settentrionali di Mercurio riprese dagli strumenti a bordo della sonda MESSENGER. In viola le zone più basse e in bianco le più elevate, per un range di circa 1 km. L'ampiezza totale dell'area è di circa 250 chilometri. (Cortesia NASA/JHUAPL/CIW-DTM/GSFC/MIT/Brown University. Rendering di James Dickson e Jim Head)

La prima sorpresa dei ricercatori riguarda proprio il nucleo, le cui dimensioni risultano più ampie del previsto: il suo raggio arriva addirittura all'85 per cento del raggio planetario (il raggio del nucleo terrestre, al confronto, è metà di quello del pianeta).
Oltre a ciò, la sua composizione appare assai più complessa rispetto a quella della Terra: sia la parte solida più esterna sia quella interna liquida sono più ricche di ferro rispetto alla composizione media dell'intero pianeta. Proprio questa disomogeneità influenzerebbe, secondo i ricercatori, le modalità con cui si origina il suo campo magnetico. Ma anche l'abbondanza di elementi più leggeri è ben al di là di quanto si immaginava.
“Non ci aspettavamo così tanto zolfo né che non si trovasse praticamente traccia di ferro in superficie”, ha spiegato Stanton Peale, professore emerito di fisica dell'Università della California a Santa Barbara, che ha partecipato alla ricerca.
Proprio la mancanza di ferro porta a ipotizzare che le rocce vulcaniche presenti sulla superficie del pianeta difficilmente provengano da un mantello con una densità media maggiore e paragonabile a quella della struttura più interna. Ciò ha portato all'idea di un mantello a due strati: il primo, più esterno e più leggero, che avrebbe fornito il materiale che attualmetne costituisce la superficie; il secondo, più interno, costituito da solfuro di ferro.
Nelle foto più dettagliate, inoltre, si evidenzia la presenza di grandi quantità di zolfo con una distribuzione non uniforme, il che fa propendere per un modello di formazione ben meno ordinato di quelli considerati validi in passato.
Mercurio è composto da materiale che si è condensato su un ampio intervallo di distanza dal Sole”, ha aggiunto Peale. Altri rilievo topografici dell'emisfero nord del pianeta rivelano limitate differenze di quota dei rilievi, se confrontate con quelli di Marte o della Luna.
Infine, la presenza di aree chiare nelle rilevazioni radar in zone che appaiono costantemente in ombra è coerente con l'ipotesi della presenza di ghiaccio, che andrà tuttavia verificata ulteriormente con lo spettrometro di neutroni di MESSENGER. La conduzione di più approfondite rilevazioni strumentali sarà l'obiettivo delle prossime fasi della missione.

Veduta prospettica delle pianure vulcaniche nelle regioni settentrionali di Mercurio. Queste pianure rappresentano il 6% circa della superficie del pianeta e si sono formate circa 4 miliardi di anni fa.
(Cortesia NASA/JHUAPL/CIW-DTM/GSFC/MIT/Brown University. Rendering di James Dickson e Jim Head)

fonte: http://www.lescienze.it/news/2012/03/21/news/mercurio_pianeta_messenger_nasa_immagini_misure-918662/

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